“Non avere paura del cambiamento.
Perché ti sta portando a un nuovo inizio”

Joyce Meyer

 

Ebbene sì. Io, trainer e coach, che vivo la mia vita basandola sul cambiamento, crescita, migliorarsi e che aiuto gli altri a farlo… ogni volta, di fronte a un cambiamento importante mi sale la paura. E la riconosco da tanti segnali, piccoli e grandi. Me ne accorgo dal subbuglio emotivo che mi provoca, dalla tensione che sento addosso nei muscoli, dalle lacrime che inumidiscono gli occhi e che magari non hanno il coraggio di scendere, dal cervello che va in over-booking per la folla di pensieri che mi impedisce di concentrarmi su qualsiasi cosa io stia facendo; la sensazione è di malessere generale.
Ormai lo so, l’ho imparato e sperimentato sulla mia pelle: il coraggio non è assenza di paura; è affrontare le paure che hai, entrarci in contatto, entrare in quella grotta dove hai paura di entrare per trovare il tesoro che cerchi o, semplicemente, per evolvere al livello successivo.

Mi è successo in questi giorni. Anzi, posso dire che mi è ri-successo in questi giorni e sono certa che mi succederà ancora.

Quanto più crescono l’attaccamento e i sentimenti verso qualcuno o qualcosa, tanto più, volente o nolente, cresce la paura di perderla, che si rompano gli equilibri che hai conquistato nel tempo con tanta fatica ed energia. La paura del cambiamento, appunto.

Yoda, il Maestro Jedi di Guerre Stellari, nei suoi insegnamenti a Luke Skywalker dice:

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“La paura del distacco conduce al lato oscuro, […]
l’attaccamento conduce alla gelosia,
l’ombra della bramosia essa è.
Esercitati a distaccarti
da tutto ciò che temi di perdere”
Yoda in “Star Wars Episodio III – La vendetta dei Sith”

 

Quando trovi un equilibrio, uscirne significa sempre in qualche modo uscire da una zona di confort per entrare in una zona in cui ti senti a disagio, perché è nuova, perché sei in un disequilibrio dove hai tutto da imparare per arrivare a un nuovo equilibrio. Facile? Per niente.

Perché ogni volta che si cambiano le regole del gioco, le misure del campo, cambiano i ruoli e cambia la prossemica.

Che cos’è la prossemica?

La prossemica è la disciplina semiologica che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all’interno di una comunicazione, sia verbale sia non verbale.
Il termine, derivato dall’inglese prox(imity) «prossimità», probabilmente composto col suffisso -emics come per phonemics «fonemica» e simili[1], è stato introdotto e coniato dall’antropologo Edward T. Hall nel 1963 per indicare lo studio delle relazioni di vicinanza nella comunicazione.
Hall ha osservato che la distanza tra le persone è correlata con la distanza fisica, ha definito e misurato quindi quattro “zone” interpersonali:

  • La distanza intima (0-45 cm).
  • La distanza personale (45-120 cm) per l’interazione tra amici.
  • La distanza sociale (1,2-3,5 metri) per la comunicazione tra conoscenti o il rapporto insegnante-allievo.
  • La distanza pubblica (oltre i 3,5 metri) per le pubbliche relazioni.

Hall si è occupato della prossemica in termini di distanza fisica.
La mia paura del cambiamento, quando si tratta di relazioni, molto spesso riconduce la distanza fisica a quella della connessione con le persone. Ed è quella che di solito mi spaventa di più.
Sono consapevole che ogni volta che mi sono trovata in passato di fronte a questo tipo di situazioni, anche quando ho davvero perso qualcuno o qualcosa, ha avuto sempre un senso, mi ha sempre portato a un livello successivo, a un nuovo inizio; anche se nella maggior parte dei casi l’ho capito a posteriori.

Anche questa volta so che per superare questa paura del cambiamento il segreto è lasciar andare, stare nel qui e ora, entrare in contatto con le mie paure, con le mie emozioni e… imparare; questo mi permetterà di scoprire un nuovo gioco, un nuovo campo, delle nuove regole e di trovare un nuovo equilibrio. Un nuovo inizio di un nuovo pezzetto di viaggio. Straordinario, a prescindere.

“Gli addii sono solo per coloro che amano con i loro occhi.
Perché per chi ama con il cuore e l’anima
non esiste una cosa come la separazione”
Rumi

Grazie!

Emanuela ♥