30 Gennaio 2018

L’importanza della curiosità per avere successo

Da qualche giorno rifletto sul concetto di curiosità e quindi sono andata a cercare sul vocabolario qualche definizione. Secondo il dizionario etimologico il termine “curioso” deriva dal latino “curiosus” che deriva da “cura” che significa sollecitudine. Quindi il curioso sarebbe colui che si cura, che è sollecito nell’investigare. Il significato di “curioso” nel vocabolario Garzanti è “desideroso di sapere, di conoscere (per amore di conoscenza o anche senza un interesse autentico, per capriccio). E il curioso è quindi anche una persona che ha sempre voglia di conoscere cose nuove, scoprirle. “Scoprire” è un termine che deriva da coprire con l’aggiunta della “s” sottrattiva che lo rende il suo contrario. Il verbo “coprire”, infatti, deriva dal latino “cooperire”, che è una parola composta da “com”, cioè “cum”, che significa con, e “operire” che significa chiudere, l’esatto contrario di “aperire”, che significa dischiudere, e, appunto, anche di scoprire. Ecco perché scoprire etimologicamente  sta per “discoprire”, composto dalla particella “dis” che indica allontanamento o senso contrario, e “coprire” che significa, come abbiamo già visto, chiudere, nascondere. E arriviamo così al significato di scoprire che è linguisticamente rimuovere ciò che nasconde, esporre alla vista, trovare ciò che prima non si vedeva o era occulto. Ma c’era già. Nella storia conosciamo grandi scoperte: tesori, paesi, leggi fisiche!

E’ interessante notare che, diversamente dal significato che gli viene comunemente attribuito, anche il termine “inventare” si avvicina molto al significato di scoprire, a cui noi, spesso, invece diamo un significato un po’ diverso.  Inventare deriva dal latino “inventus”, participio passato di “invenire” che significa trovare, scoprire cercando, giungere a qualche meta, composto da “in” e “venire”, giungere. E la definizione di “invenzione” nel dizionario etimologico è proprio “scoperta di cosa nascosta e non per anco conosciuta”.

Mi rendo conto che una domanda lecita, che io stessa mi sono fatta tra me e me, ora potrebbe essere “Ma perché  ingarellarsi in questo gioco di parole e di significati etimologici?”

E la risposta è semplice. Perché se andiamo indietro nel tempo, o se guardiamo al presente, ci possiamo accorgere di quanto tutte le storie di successo, di imprenditori, politici, atleti, scienziati, artisti di qualsiasi genere, esploratori, hanno una cosa in comune: l’aver scoperto qualcosa di nuovo e/o un modo diverso dagli altri di fare qualcosa: migliore, o più veloce, o più efficace o più funzionale… E, passo precedente, tutti hanno avuto la curiosità di andare oltre quello che era già noto, e quindi riuscendo a portare innovazione. Ognuno nel suo campo.

E indovina qual è il significato etimologico della parola “innovare”? Anche questo è un termine che deriva dal latino, da “innovare”, composto da “in” e “novare” che significa far nuovo, da “novus”. E la sua definizione è “alterare l’ordine delle cose stabilite per fare cose nuove”.

Per alterare l’ordine delle cose stabilite per fare cose nuove bisogna avere voglia di cercare, scoprire, inventare, bisogna essere spinti dalla curiosità di conoscere, imparare, aggiungere ogni giorno un pezzo al proprio sapere e alla propria esperienza, facendosi domande di qualità, volendo guardare le cose da nuovi punti di vista per vedere e rendere visibili agli altri quello che fino a quel momento era “nascosto”.

isacco-newtonPer esempio, quanti milioni di persone avranno visto cadere una mela da un albero prima di Isaac Newton? Eppure soltanto lui ebbe la curiosità di chiedersi perché e quale fosse la forza che aveva fatto cadere la mele. Specificatamente si chiese: «Perché cade sempre verso il centro della terra e non trasversalmente o verso l’alto?». Grazie a quella domanda fondamentale, elaborò poi la teoria per cui doveva esserci un potere attrattivo universale, proprio a tutti i corpi dotati di massa, scoprendo quindi la forza di gravità.

Personalmente, mi sono sempre considerata una super curiosa. Da sempre ho quello spirito un po’ di esploratrice (mi piace definirmi una viatrice, a metà tra viaggiatrice ed esploratrice), quella voglia di imparare e andare oltre i dati noti, di trovare modi diversi per migliorare le modalità abituali, di pensare differente come diceva Steve Jobs. Oggi, ancora di più, il mio lavoro di Coach mi porta a farlo ogni giorno, con e per me stessa e con e per i miei clienti. E’ la curiosità che mi spinge molto spesso anche in qualche apparente improbabile follia, ed è sempre la curiosità di scoprire qualcosa di nuovo o di fare la stessa cosa in modo diverso che mi dà quell’energia più funzionale per riuscire a farlo. Mi rendo conto oggi che se oggi sono quello che sono, se sono dove sono, se ho fatto quello che ho fatto, se ho raggiunto i risultati che ho raggiunto è proprio grazie alla mia curiosità di farmi domande e andare oltre il semplicemente visibile.

Einstein di se stesso diceva di non avere talenti speciali, ma di essere soltanto follemente curioso.

Questo è quello che hanno fatto, fanno e continueranno a fare le persone di successo: scoprire, inventare, innovare. Grazie alla loro curiosità.

Ti auguro di avere sempre voglia di scoprire un pezzo in più, di inventare cose nuove, cioè, di giungere a nuove mete e alterare l’ordine delle cose stabilite nel sistema di cui fai parte. Grazie alla tua curiosità.

Grazie!

Emanuela

 

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