Ho incontrato il Coaching per la prima volta quindici anni fa, durante i miei primi corsi di PNL (Programmazione NeuroLinguistica). Prima di allora, era un mondo a me del tutto sconosciuto. È stato amore a prima vista: più imparavo, più cresceva la mia voglia di approfondire, studiare e sviluppare nuove competenze. Questo percorso mi ha portata, qualche anno dopo, a conoscere il Coaching ICF – International Coaching Federation, che ha ampliato in modo significativo la mia comprensione e la mia visione di questa disciplina.

Ciò che mi ha colpita fin dall’inizio è stato il principio cardine secondo cui il Coach non si assume la responsabilità delle scelte del Cliente, ma lo accompagna in un processo di scoperta delle proprie risposte e risorse, sviluppando nuove consapevolezze su di sé e sulle situazioni che vive. Fino a quel momento, ero sempre stata in contesti in cui altri decidevano cosa fosse “giusto” o “sbagliato” per me. Il Coaching mi ha permesso di ritrovare me stessa, di riconoscere le mie risorse e di esprimerle nel mondo. Ho compreso che non esiste un “giusto” o “sbagliato” universale, ma solo ciò che è adatto a una persona in un determinato momento.

Il Coaching mi ha insegnato a osservare le cose da prospettive differenti, a vivere in linea con il mio Scopo e con il mio Essere, anziché seguire imposizioni esterne. Questa trasformazione interiore ha generato nuova energia, significati diversi e comportamenti più autentici. È per questo che ho scelto di trasformare questa passione nella mia professione, diventando Coach.

Ma come avviene questo cambiamento? Qual è l’elemento che rende unico il Coaching ICF? E cosa definisce il modello di competenze e gli standard professionali di ICF?

ICF individua otto competenze chiave, collegate tra loro e suddivise in quattro macro-aree:

I – Le basi del Coaching

  1. Pratica etica
  2. Coaching Mindset

II – Co-creare la relazione

3. Definire e mantenere accordi

4. Coltivare fiducia e sicurezza

5. Mantenere la presenza

III – Comunicare efficacemente

6. Ascolto attivo

7. Evocare consapevolezza

IV – Sostenere apprendimento e crescita

8. Facilitare la crescita del Cliente

Il testo originale di ICF utilizza sempre la terza persona singolare, descrivendo cosa un Coach professionista deve saper fare e come applicare ciascuna competenza nella relazione con il Cliente.

Prima di approfondire ogni competenza nei prossimi articoli, vale la pena soffermarsi sul concetto stesso di “competenza”. La parola deriva dal latino competere – “andare insieme, convergere verso un obiettivo” – e può assumere significati differenti: dal diritto (capacità di trattare una questione) alla formazione (insieme di conoscenze, abilità e metodologie necessarie per favorire lo sviluppo personale e professionale).

Un aspetto centrale del Coaching ICF è il riconoscimento: il Coach in formazione inizia a manifestare le proprie competenze, ricevendo feedback dal trainer e dal mentore; allo stesso modo, il Coach riconosce nel Cliente qualità e risorse che spesso quest’ultimo non vede ancora.

La definizione di ICF descrive il Coaching come “un processo stimolante e creativo che ispira le persone a massimizzare il loro potenziale personale e professionale”, sempre nel rispetto dell’individualità del Cliente.

Questo approccio non si applica solo alle sessioni di Coaching, ma anche alla formazione, utilizzando diversi stili di apprendimento – visivo, auditivo e cinestesico – per favorire un apprendimento più naturale ed efficace.

Per me, Coaching e Formazione sono molto più di una professione: sono una missione. È per diffondere questa cultura e valorizzare il Coaching dell’Essere che ho fondato Academia.

Emanuela Mazza

Fondatrice e Direttore Didattico di Academia