“Il feedback è la colazione dei campioni”
Ken Blanchard
Ho scelto questa frase per aprire l’articolo perché la ritengo profondamente vera. Semplice, secca, senza tanti giri di parole e straordinariamente vera.
Kenneth Blanchard è un consulente manageriale noto in tutto il mondo, autore di un libricino altrettanto semplice, secco, senza tanti giri di parole e straordinario: One minute manager.
Perché il feedback è così importante?
Prima di tutto perché se mi guardo indietro le cose più importanti che ho imparato e potuto correggere nella mia vita, personale e professionale, sono proprio il frutto di feedback di persone che, osservandomi dall’esterno, potevano vedere quello che io da sola non potevo vedere.
Quelli che per me erano magari automatismi o abitudini, per cui facevo fatica a prendere in considerazione altre modalità o altri schemi, sono diventate consapevolezze su livelli differenti e mi hanno permesso di cambiare e migliorare.
Ti è mai capitato di dire o di sentir dire da qualcuno “beh io del resto sono così” o “sono abituato così”?
Sapessi quante volte l’ho detto anche io pensando che quel così fosse scolpito sulla pietra e quindi qualcosa di immutabile.
Il feedback è stato e continua a essere per me pane quotidiano anche e soprattutto quando mi da un po’ fastidio ascoltarlo. So che in molti casi significa che va a toccare qualcosa su cui potrebbe essere una buona idea lavorare.
Questo non significa che il primo che arriva e parla mi fa cambiare qualcosa del mio comportamento o del mio approccio. Anche perché sono consapevole che il mondo è pieno di persone che parlano per dare fiato alla bocca. Però, trovo sensato soffermarmi e prendere ogni feedback come spunto di riflessione.
Uno dei presupposti di base in PNL (Programmazione Neuro-Linguistica) è che dietro ogni comportamento c’è una buona intenzione, pertanto penso che essere aperta ai feedback che ricevo sia estremamente costruttivo.
Dico Grazie. Poi, come spesso dico ai miei clienti, amici e persone con cui mi relaziono, prendo quello che mi serve, che sento mio, e lascio andare il resto.
Dire Grazie alla persona che ti sta dando un feedback è un’altra perla che ho imparato negli anni.
Quante volte ti è capitato di volerti difendere in qualche modo trovando giustificazioni varie ed eventuali?
Anche questo è naturale, un’abitudine, un automatismo. Invece quando cominci a rispondere solo Grazie, ti accorgi che all’inizio fai fatica perché vorresti motivare sempre tutto. Anche questo è un allenamento a ricevere feedback ottimizzandoli al massimo.
Poi, certamente, i miglioramenti attraverso i feedback sono direttamente proporzionali alla qualità dei feedback.
Nel senso c’è feedback e feedback.
C’è un modo particolarmente efficace di dare feedback ed è utilizzando la tecnica del feedback a sandwich. Si un feedback-panino, fatto di 3 strati:
- ti dico ciò che hai fatto bene, quindi ti do prima di tutto un messaggio positivo
- ti dico cosa puoi migliorare e insieme capiamo in che modo, con quali azioni
- ti do un rinforzo positivo, ripetendo la parte iniziale, trasmettendo tutta la fiducia nelle tue risorse e nei risultati che potrai raggiungere facendo le specifiche correzioni condivise nello step precedente.
La potenza di questo tipo di feedback è straordinaria.
Io ho avuto nel corso degli anni la fortuna di incontrare maestri, mentori, coach, amici… (beh in effetti me li sono andata a cercare) che sono stati bravi in questo: nel credere in me così tanto da farmi le domande giuste al momento giusto e darmi feedback straordinariamente costruttivi capaci di rimettermi in “carreggiata” con più consapevolezze e nuove risorse.
Questo è quello che faccio nel mio lavoro di coach durante il viaggio.
Il feedback è davvero la colazione dei campioni.
Farne buon uso dipende solo da te. Ne sono sempre più convinta!
Grazie!
🙂 Emanuela
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