Stamattina malgrado fosse sabato mi sono svegliata presto per venire in ospedale a fare le analisi…
Non è la prima volta ovviamente che in questi mesi vengo al Gemelli ma stamattina, mentre ero in sala d’attesa, aspettando di fare i prelievi, osservando tutte le persone che erano intorno a me, tutte a distanza e rigorosamente con la mascherina, ho ripensato a diciassette anni fa, quando ho fatto il trapianto.
Anche allora dovevo portare la mascherina 😷 e anche quando mi hanno dimesso, per diverso tempo, quando uscivo, quando andavo a fare la spesa, quando andavo a prendere i miei figli a scuola … dovevo indossare la mascherina chirurgica.
Solo che allora non la tolleravo, né fisicamente né psicologicamente; mi faceva sentire malata, diversa e quasi per ribellione a un certo momento ho detto BASTA! e ho smesso di usarla.
Oggi… indosso la mascherina da mesi praticamente ovunque esattamente come tutti gli altri.
Non è più neanche un fastidio, non più di tanto almeno. Né fisico né psicologico.
Non mi fa sentire malata, anzi… mi fa sentire protetta e mi fa sentire che oltre me proteggo chi mi sta vicino. Chiunque esso sia.
E quindi si, ho pensato a come si cambia.
La canzone di Fiorella Mannoia dice
“Come si cambia per non morire
Come si cambia per amore
Come si cambia per non soffrire
Come si cambia per ricominciare…
Ho studiato e insegno Programmazione Neurolinguistica e so che “la mappa non è il territorio”.
E’ vero anche che il “territorio non è il territorio”.
Perché cambia. Costantemente e sempre più velocemente.
❣️✨